Il parto è sempre un momento delicato per la futura mamma, fatto di attesa e di paura. Per Azzurra, mamma per la seconda volta, è ancora peggio: dal suo secondo parto dipendono sia la vita del piccolo Francesco in arrivo, sia quella del fratello maggiore Renato.
Se qualcosa andasse storto, se le persone cui si è rivolta non si dimostrassero all’altezza, Renato perderebbe qualsiasi speranza di una vita (quasi) normale.
Potremmo dire che tutto inizia nel 2020, quando nasce Renato, ma non sarebbe vero: tutto inizia nel 2019, quando Azzurra e suo marito ricevono informazioni sbagliate sulla conservazione del cordone ombelicale. Pare che sia una spesa inutile, se non ci sono stati casi di leucemia in famiglia.
Con queste premesse, fanno la cosa che sembrerebbe più logica: lasciar perdere. Un errore, purtroppo.
Al momento del parto, Renato non respira. Il suo cervello rimane per lunghi minuti senza ossigeno. A causa di questo, il bimbo dovrà convivere con quell’insieme di disordini che chiamano “paralisi cerebrale”: difficoltà motorie, disordini della postura, possibili disabilità intellettive.
L’unica speranza di una vita più normale? Uno studio della Duke University, ancora sperimentale ma molto promettente.
I ricercatori stanno usando le cellule staminali per ripristinare le funzioni dei bambini affetti da paralisi cerebrale, almeno in parte. Le staminali del sangue cordonale, le stesse che tanti hanno definito “inutili”, mentre i due neo-genitori decidevano. C’è un problema: le staminali del cordone si possono raccogliere solo una volta nell’arco dell’intera vita, ovvero durante il parto.
La raccolta e conservazione del sangue cordonale è un’operazione incredibilmente semplice e, allo stesso tempo, incredibilmente delicata. Se qualcosa – qualsiasi cosa – va storto, non c’è una seconda possibilità. Se il campione viene prelevato tardi; se la conservazione durante il trasporto risulta inadeguata; se il sangue viene esposto a temperature eccessive; se il prelievo non avviene…
Se i genitori di Renato vogliono dargli una speranza, hanno solo una scelta: concepire un fratellino e conservare le sue cellule staminali. Dato che non ci sarà una seconda possibilità, per la conservazione devono rivolgersi a una realtà affidabile, che non commetta nemmeno il minimo errore.
Arriviamo così al 2023 quando, tra mille paure, Azzurra si avvicina al termine della gravidanza. Si è messa in contatto con Sorgente, Gruppo FamiCord, e questa volta ha tutte le informazioni necessarie per prendere la scelta giusta. Eppure…
Se capitasse qualcosa anche a Francesco? Se nascesse prima della 37a settimana, il limite minimo per raccogliere il suo sangue cordonale? Se le cellule venissero conservate male e non incontrassero i criteri della Duke University?
Ai normali dubbi del parto si sommano queste e molte altre domande.
Il parto va bene e Francesco è un bimbo sanissimo. Quanto alla conservazione del cordone, Sorgente si conferma all’altezza della situazione. I suoi operatori raccolgono il suo sangue cordonale, affinché venga conservato a -196°C in vapori d’Azoto liquido. Nel mentre, gli scienziati della Duke University analizzano un campione delle staminali.
Dopo due mesi, arriva l’esito: le staminali sono perfette. La famiglia può partire per gli Stati Uniti e Renato può sottoporsi al trattamento.
Oggi Renato, Francesco e i genitori sono a casa; le staminali stanno dando i primi risultati. Roberto Marani e Salvatore Iuzzolini, Amministratori di Sorgente, attendono con ansia tutte le novità. Sono queste le notizie che, giorno dopo giorno, spingono una realtà come Sorgente ad andare avanti.
Notizie di speranza. Notizie di amore e di condivisione di un nuovo futuro.
"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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