Spesso e volentieri, i neo-genitori non sanno come gestire queste minuscole creature urlanti che chiamiamo “neonati”: si svegliano ogni mezz’ora, dormono di giorno invece che di notte… Anche quando riesci a farli addormentare, sembra impossibile abituare un neonato a dormire nella sua culla: fosse per lui, starebbe tutto il giorno in braccio.
Per quanto sia bello farsi dormire addosso dal proprio bimbo, non è sempre fattibile. Vediamo quindi come fare quando, nonostante tutti gli sforzi, il tuo piccolo non ne vuole sapere di dormire per conto proprio.
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ToggleEcco qualche semplice tecnica per affrontare il problema.
Le giostrine da montare sulla culla sono oggetto di dibattito, a onor del vero. Come visto nell’articolo su come far addormentare un neonato, la sovrastimolazione è nemica del sonno negli adulti e nei bambini. Quindi perché ti stiamo consigliando di usare un oggetto pensato per stimolare i sensi dei neonati?
È vero: le giostrine sono progettate per favorire lo sviluppo cerebrale dei neonati e, a rigor di logica, non andrebbero montate sopra la culla. D’altra parte, esistono giostrine con design più e meno stimolanti, a seconda dell’uso che ne vuoi fare. Alcune di queste sono pensate proprio per aiutare il bimbo a rilassarsi e ad addormentarsi con più facilità.
Per la culla del tuo piccolo, scegli una giostrina con elementi semplici, che non emettano bagliori violenti e che si limitino a girare. Insomma, qualcosa che attiri l’attenzione del neonato senza eccitarlo, aiutandolo a scivolare nel sonno.
Capita spesso che il bimbo si addormenti in braccio, per svegliarsi quasi subito quando lo cerchi di mettere giù. Molti genitori si chiedono quindi come mettere il neonato in culla senza che si svegli, domanda legittima che però ha un presupposto sbagliato.
Se vuoi abituare un neonato a dormire nella propria culla, la cosa migliore è poggiarlo quando è assonnato ma ancora sveglio. Così facendo, il bimbo familiarizza con l’ambiente della culla e impara ad addormentarsi da solo. Inoltre, questo riduce il rischio che si spaventi quando si sveglia di notte, insegnandolo a tranquillizzarsi e a riaddormentarsi quasi del tutto da solo.
Il segreto sta nell’intercettare i primi segnali di sonno:
Se il neonato inizia a fare queste cose, mettilo subito nella culla per farlo dormire. Stagli accanto finché non prende sonno, coccolalo e rassicuralo se si lamenta, ma non prenderlo in braccio. È importante che intuisca che tu sei sempre con lui e che il lettino è un luogo sicuro, anche se stare in braccio a mamma o a papà è sicuramente meglio.
Per quanto tu possa stargli vicino, un neonato potrebbe fare fatica a rilassarsi dentro il lettino. Un modo per aiutarlo è imitare la sensazione dell’abbraccio usando un sacco nanna, ovvero l’evoluzione delle fasce usate dalle nostre nonne.
Come intuibile dal nome, il sacco nanna è una taschina di stoffa dentro la quale infilare il neonato. A seconda del modello scelto, può essere più o meno aderente al corpo, lasciare le braccia fuori o lungo il corpo, essere estivo o invernale.
Indipendentemente dal modello, il sacco nanna aiuta il neonato a sentirsi stretto, al sicuro, ricreando le sensazioni del grembo materno. In questo modo, la culla diventa un luogo confortevole quasi quando l’abbraccio dei genitori, quindi un luogo dove dormire tranquillo.
Se il piccolo sembra non amare il sacco nanna, non scoraggiarti: può darsi che tu abbia scelto la tipologia sbagliata per le sue preferenze. Continua a sperimentare, finché non trovi la soluzione migliore per lui.
I neonati hanno un udito più sensibile degli adulti, il che li rende ipersensibili sia ai rumori in casa sia al silenzio. Ecco perché molti consigliano di usare il rumore bianco, quando si parla del sonno dei neonati.
In effetti, il rumore bianco crea un sottofondo rilassante che riempie il silenzio e copre i rumori, stimolando rilassamento e concentrazione in adulti e bambini. Nel caso dei neonati, però, il rumore rosa potrebbe essere una soluzione migliore.
Nel rumore bianco, tutte le frequenze udibili hanno la stessa intensità, indipendentemente da quando sono alte o basse. Nel rumore rosa, invece, le frequenze più basse hanno un’intensità maggiore rispetto a quelle più alte. In questo modo si crea un suono più profondo e delicato, molto più simile al battito del cuore o allo sciabordio del liquido amniotico nella pancia della mamma.
Secondo uno studio della Peking University, il rumore rosa renderebbe il sonno più profondo e stabile, riducendo il numero di risvegli notturni anche negli adulti. Il sogno di qualsiasi neo-genitore disperato.
Introdurre il rumore rosa nella routine del tuo bimbo è semplice: acquista un dispositivo che emette rumore rosa o scarica brani di rumore rosa da uno store online. Il volume dovrebbe essere appena udibile, quel tanto che basta per rendere l’ambiente confortevole.
Come avrai notato, nella lista dei consigli manca il classico “fallo piangere a intervalli sempre più lunghi, finché non impara ad addormentarsi da solo e nella sua culla”. Per quanto questo metodo sia stato spesso consigliato da pediatri ed educatori, è ad oggi piuttosto controverso.
Alcune ricerche suggeriscono che lasciar piangere il neonato sia perfettamente sicuro. Secondo altre, invece, lasciar piangere un bambino così piccolo potrebbe minare la fiducia del neonato nei genitori, colpevoli di averlo di fatto abbandonato in un momento di forte stress. Insomma, i risultati sono ancora poco chiari.
Ci hanno pensato i genitori a complicare ulteriormente gli studi fatti. Di fatto, quasi nessuno dei genitori che hanno partecipato ha lasciato piangere il neonato sistematicamente. Il pianto di un bambino provoca infatti disagio e ci costringe a intervenire in suo aiuto. Di conseguenza, pare che la dicitura corretta sia: lasciar piangere a volte il neonato non pare avere effetti negativi sulla sua salute.
In definitiva, non abbiamo prove forti né pro né contro il metodo del “lasciarlo piangere”. Una cosa è certa, però: non intervenire in soccorso di un “cucciolo” in difficoltà ci provoca una forte sofferenza, il che potrebbe essere controproducente sul lungo periodo.
Come visto nell’articolo dedicato a come far addormentare un neonato, spesso i bambini fanno fatica a prendere sonno. Capita però che non sia proprio così. Alcuni neonati si addormentano senza problemi, finché li tieni in braccio, per svegliarsi non appena cerchi di metterli giù: perché?
Ci sono diverse ragioni per cui i neonati fanno fatica a dormire in culla, molte delle quali sono evoluzionistiche. Guarda come si comportano i nostri cugini primati: tengono i loro piccoli sempre in braccio. Perché dovrebbe essere diverso per noi?
In natura, la mamma deve tenere il piccolo sempre in braccio: è l’unico modo per tenerlo al sicuro e averlo sottomano, in caso di fuga improvvisa. Il piccolo che viene “messo giù” mentre dorme potrebbe essere stato perso dalla madre, il che lo costringe a chiamare gli adulti del branco nell’unico modo che conosce: piangendo.
Per noi la situazione è diversa ma, purtroppo per i genitori assonnati, le aree più primitive del nostro cervello non ne sono state informate. Ecco perché il tuo bimbo piange disperato, quando sente di non essere più al sicuro nel tuo abbraccio: per la tua piccola mente in formazione, è questione di vita o di morte.
Purtroppo, non è il caso di far dormire un neonato sempre in braccio. Entro certi limiti, un pisolino petto a petto con mamma o papà è bello e salutare: rinforza il legame genitore-figlio, aiuta sia il bimbo sia l’adulto a rilassarsi, insegna al corpicino del neonato come regolare la propria temperatura.
Farlo troppo spesso comporta però una serie di rischi, però.
I neonati hanno bisogno di dormire a pancia in su e su una superficie compatta, onde ridurre i rischi di Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante (SIDS). Il petto dei genitori non consente di fare nessuna delle due cose, con tutti le possibili conseguenze della cosa.
Purtroppo, non abbiamo numeri precisi di quanto spesso si possa far dormire un bimbo sul petto del genitore. Almeno per ora, dobbiamo fare affidamento su buon senso e prassi comune.
Nonostante le tante difficoltà e piccole lotte, probabilmente il neonato è colui che dorme meglio all’interno della famiglia: finché i genitori gli stanno accanto, non c’è nulla che possa turbarlo o fargli del male, almeno dal suo piccolo punto di vista.
Peccato che non sia così anche per chi lo ha messo al mondo.
La vita di un neo-genitore è piena di dubbi e incertezze, specie se è al primo figlio. Non solo come farlo dormire, ma anche come farlo sentire amato, come far sviluppare la sua piccola mente, come farlo stare bene. Come proteggerlo, insomma.
Nessuno può proteggere un figlio da tutti i mali del mondo, è inevitabile. In compenso, chiunque può agire per cercare di prevenire i mali più nefasti, grazie ai tanti strumenti offerti dalla scienza. La conservazione delle staminali cordonali è uno di questi.
Le staminali del cordone ombelicale si usano nel trattamento di oltre 80 malattie, molte delle quali colpiscono proprio i bambini. Conservarle significa firmare una piccola assicurazione per il proprio bambino e dormire sonni più tranquilli.
"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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