In Italia si buttano migliaia e migliaia di cordoni ombelicali all’anno, ma sarebbe ingiusto dare la colpa alle famiglie. La vera colpa è del mare di disinformazione che circonda la pratica del cordone ombelicale, allontanando tanti futuri genitori da qualcosa che potrebbe aiutare sia il bimbo sia il resto della famiglia.
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ToggleÈ più complicato.
La normativa italiana autorizza solo la donazione allogenica (a persone diverse dal donatore) presso strutture pubbliche. La conservazione autologa dedicata sul territorio nazionale è riservata a coloro con patologie specifiche in esse.
Questa norma non rende la conservazione del sangue cordonale illegale; piuttosto, costringe a conservare i campioni presso biobanche estere. Le famiglie non commettono assolutamente alcun reato, però: è tutto legale e alla luce del sole.
Falso.
Le biobanche pubbliche accettano esclusivamente campioni con un volume di 100 ml o più; ecco perché circa il 98% dei cordoni ombelicali donati va buttato. Le biobanche private, invece, conservano anche campioni con un volume più piccolo; questo non significa che siano “peggiori”.
Grazie ai protocolli di espansione cellulare in vitro, la differenza di volume è quasi del tutto irrilevante: i medici possono aumentare il numero di cellule staminali al bisogno, anche a partire da un campione ridotto.
Falso solo in parte.
Per raccogliere un campione di buona qualità, il feto deve avere almeno 35 settimane ed essere solo moderatamente prematuro.
Falso.
La raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale è effettuabile in caso di parto naturale, gemellare, di parto indotto e anche di parto cesareo.
Emblematico è il caso di Thomas. Nel 2007, durante un controllo, i medici rilevano un nodo nel cordone ombelicale. Decidono quindi di operare d’urgenza e, subito dopo il parto cesareo, raccolgono le cellule staminali del bambino. La decisione si rivelerà decisiva.
Thomas rimane senza ossigeno per diversi minuti, il che provoca una paralisi cerebrale con tetraparesi spastica. Per fortuna il campione di sangue cordonale gli consente di accedere a uno studio della Dott.ssa Joanne Kurtzberg della Duke University. I medici usano le cellule staminali del bambino per effettuare tre trapianti autologhi, grazie ai quali oggi Thomas vive una vita normale. Tutto grazie a un campione raccolto dopo un parto cesareo.
Falso.
Secondo uno studio del New York Blood Center, una delle principali banche del sangue negli Stati Uniti, clampaggio tardivo e conservazione del cordone possono convivere. Ritardare il taglio del cordone ombelicale di 30-60 secondi non ostacola la raccolta, mantiene la qualità del campione e fornisce tutti i benefici possibili al neonato.
Falsissimo!
Assolutamente falso: si eseguono trapianti di staminali del cordone anche su adolescenti e adulti, grazie ai protocolli di espansione cellulare in vitro.
Falso.
Possiamo ricavare cellule staminali ematopoietiche sia dal midollo osseo sia dal sangue cordonale. In entrambi i casi, possiamo usare queste cellule per trapianti allogenici e autologhi, ma questo sono rende le due tipologie equivalenti.
Le cellule staminali del sangue cordonale offrono una compatibilità superiore, rispetto alle cellule staminali prelevate da donatori adulti. Inoltre, possiedono una capacità maggiore di proliferazione e, fermo restando che il cordone sia stato conservato al momento del parto, sono disponibili in qualsiasi momento.
Falso.
La conservazione delle staminali del cordone è relativamente giovane, essendo nata solo nel 1988. per quanto ne sappiamo, però, le cellule mantenute in condizioni stabili e controllate possono durare all’infinito.
Al momento, le staminali più vecchie mai usate avevano 31 anni e non hanno dato alcun problema. In futuro, potrebbero esserci casi ancora più straordinari.
È una scelta personale.
Partendo dal presupposto che la scelta è dei genitori, vi raccomandiamo di conservare il cordone ombelicale per ogni bambino
Benché il trapianto allogenico tra fratelli sia previsto e anche abbastanza comune, in medicina rigenerativa le cellule del bambino stesso sarebbero le prime candidate. Ogni bambino è unico e geneticamente conforme alle sue cellule staminali. Tra fratelli, invece, si ha una probabilità di compatibilità parziale del 75%.
Falso.
Ciascun individuo, ha 1 probabilità su 217 di usare le proprie staminali del cordone prima dei 70 anni di età. Questa stima è in linea con il numero di trapianti di staminali cordonali eseguito fino ad oggi, che ammonta pressapoco a 40.000 trapianti, sia per via autologa che allogenica.
Considera inoltre che nell’ultima decade sono nati oltre 100 studi clinici sull’uso delle staminali nel trattamento di condizioni neurologiche e autoimmuni. Nei prossimi anni, potremmo assistere a un aumento esponenziale dell’uso del sangue cordonale.
Falso.
Le staminali del cordone sono preziose nel trattamento di molte malattie ereditarie, è vero, ma non solo. Gran parte delle patologie per le quali si esegue un trapianto di staminali non ha ricorrenza familiare, come ad esempio le leucemie. Inoltre, ricordiamo che la scienza fa continui passi in avanti.
Grazie alle nuove ricerche in ambito di medicina rigenerativa, un giorno potremmo usare le staminali del cordone per trattare autismo di livello 3, paralisi cerebrale, difetti cardiovascolari, patologie neurodegenerative…
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